Di Sabatino (Udt): "Befacchia abbandonato dai suoi"

TERAMO – Dispiacere, rammarico, tristezza: è unanime il sentimento espresso dai capigruppo dell’opposizione in Consiglio comunale alla notizia delle dimissioni di Lino Befacchia. Altrettanto unanime è il giudizio sulla persona e sul politico: i consiglieri di minoranza parlano di Befacchia come di un  uomo “dalla specchiata onestà, intelligente, di alto spessore e dai toni sempre pacati”. Giovanni Cavallari (Pd) lo definisce “un padre putativo, un esempio da seguire” e aggiunge “se avessi saputo prima le intenzioni di Befacchia, avrei cercato di fermarlo. “Il Consiglio comunale perde un apporto valido e importante – afferma Paolo Albi (Fli) – condivido pienamente l’analisi politica che Befacchia ha fatto nella sua lettera di dimissioni, spero solo che continui ad impegnarsi per portare avanti la sua battaglia, anche lontano dagli scranni del Consiglio”. Milton Di Sabatino (Udt) analizza le ragioni politiche dell’abbandono, che Befacchia ha scelto di non annunciare né condividere con il resto dell’opposizione. “Rammarica sapere che una persona di grande spessore culturale  e politico si sentisse isolata. Non ci nascondiamo dietro un dito: sappiamo tutti che Befacchia è stato abbandonato dai suoi (il riferimento è ai due consiglieri della lista civica che hanno scelto di cambiare partito, ndr), ma anche dal Pd, con cui ha avuto dei contrasti. Quello che è successo non è altro che la conclusione logica e prevedibile di un iter iniziato da tempo. Credo sia una sconfitta per tutta la minoranza”. Cordoni afferma di non voler “tagliare i ponti con Befacchia: continueremo a vederci e sentirci, spero che lui possa rappresentare una guida per i giovani”. Lo stesso augurio che rivolge anche Cavallari, che vedrebbe bene Befacchia “come allenatore per una squadra di ragazzi che vogliano avvicinarsi alla politica”. Per Santacroce la decisione di Befacchia deve essere un “monito per chi vive la politica in maniera scorretta e priva di senso di responsabilità”, il consigliere di Rifondazione afferma che la sconfitta è “di tutta la politica, non solo dell’opposizione”.